NEWS > 18 luglio 2023
L’industria cosmetica mondiale vale 427 miliardi di dollari: a confermarlo è il report beauty 2023-2027 della società di analisi McKinsey & Company. Un fatturato destinato ad aumentare del 6% annuo, fino a raggiungere i 580 miliardi nel 2027.
Punto di riferimento per il settore rimane la Cina, anche se la crescita media annua del prossimo quinquennio si stabilizzerà sull’8%, in calo rispetto al 12% del periodo 2015-2019. Poco superiore al 6% il tasso di crescita medio annuo per gli Stati Uniti, e la regione Asia-Pacific. Più stabile l’Europa, per la quale si prevede una crescita annuale del 5% circa.
Per i brand beauty tuttavia le maggiori opportunità di crescita si celano nei mercati emergenti o ancora poco sfruttati, interessati da un forte aumento demografico, da una crescente urbanizzazione e dall’aumento medio del potere di acquisto.
Una delle regioni più promettenti per gli esperti beauty è l’area Medio Oriente e Africa. Secondo EUROMONITOR INTERNATIONAL, agenzia internazionale specializzata in analisi di mercato, complessivamente il mercato oggi vale più di 40 miliardi di dollari ed entro il 2027 si prevede una crescita annua del 12%. I comparti trainanti sono l’hair care, le fragranze e i prodotti skin care.
Secondo le ultime analisi di statista.com, nel 2023 il mercato beauty nel continente africano ha raggiunto un valore di 7,89 miliardi di dollari, e nei prossimi 5 anni si prevede un tasso di crescita medio annuo dell’8,79%. L’87% dei consumi è attribuibile a prodotti mass market distribuiti nei canali retail. A favorire la crescita è lo sviluppo demografico; oggi 1 miliardo e 300 milioni di persone vivono in Africa. Entro il 2050 si stima che il 25% della popolazione mondiale vivrà in Africa; entro il 2100, la percentuale raggiungerà il 40%.
Accedere al mercato cosmetico africano non è semplice. Le necessità dei consumatori locali sono molto diverse da quelle dei clienti occidentali: tipologie di capelli, pelli e corpi differenti e un clima estremo sono una sfida per molti brand. Attualmente il mercato premia particolarmente i brand locali, tuttavia le nuove tecnologie e la crescente digitalizzazione offrono nuovi dati e strumenti anche alle multinazionali, soprattutto nelle regioni sub-sahariane. L’età media molto bassa della popolazione, con tre quarti della popolazione con meno di 30 anni, è un ulteriore fattore che aiuta la globalizzazione dei consumi, insieme ad una crescente urbanizzazione e allo sviluppo del ceto medio, con un maggior potere di acquisto anche per le donne. I mercati più strategici sono oggi il Sudafrica e la Nigeria, lo stato più popoloso del continente con oltre 220 milioni di persone, ma anche Camerun, Tanzania, Ghana, Etiopia e Kenya sono aree promettenti per gli analisti.
Geo-localizzazione e personalizzazione sono i due fattori fondamentali per avere successo tra i consumatori locali. Come evidenziato per il Medio Oriente, anche il continente africano è un territorio dalle molteplici sfaccettature. Differenze culturali, religiose, politiche, sociali ed economiche rendono l’Africa un vero e proprio caleidoscopio, e per un brand ipotizzare una strategia univoca è altamente rischioso. Conoscere le tendenze, le dimensioni del mercato e le necessità dei consumatori è quindi un elemento chiave per cercare di sfruttare le opportunità offerte dai mercati meno esplorati.
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